Il 21 e 22 Maggio noi non votiamo!

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A prescindere dalle nostre valutazioni politiche sul sistema della rappresentanza, nelle elezioni del 21 e 22 Maggio per eleggere il nuovo CNSU noi NON VOTEREMO.

Candidarsi ad un organo meramente consultivo come il CNSU contribuisce a mascherare la retorica “democratica” dietro la quale si celano unilaterali prese di posizione contro l’istruzione pubblica.

Sono in gioco battaglie di potere tra apparati di partito di destra (Studenti per le libertà, Azione studentesca) che non lasciano senza ombre, sulla scia dei loro corrispondenti nazionali, il proprio metodo di selezione delle candidature (candidato il nipote di Zagaria tra le loro fila) e apparati di partito di sinistra legati al PD (RUN); naturalmente non possono mancare i candidati CGIL (Udu e Link), e delle ormai secolari strutture studentesche (Confederazione) che si candidano dicendosi “apartitici” ma che in questi anni hanno dimostrato totale uniformità politica con il resto dei consiglieri studenteschi.

Noi non dimentichiamo la complicità di TUTTI i rappresentanti universitari, dal CNSU alle singole facoltà, che in questi anni hanno contribuito, chi in maniera più diretta chi meno, all’attuazione di tutti i punti contenuti nella Riforma Gelmini che ci ha ridotto, sulla scia di una serie di riforme negli ultimi vent’anni, ad università pubbliche di qualità sempre più bassa tagliando quasi totalmente risorse e servizi.

Atenei a rischio default, docenti a contratto in scadenza dopo pochi mesi, studenti senza borse di studio, senza alloggi, senza mensa, senza aule idonee a poter svolgere lezione sono tutte problematiche derivanti da politiche che hanno trovato nei nostri “rappresentanti” delle gambe ben salde sulle quali proseguire il proprio cammino di distruzione dell’istruzione pubblica.

 

NOI NON VOTIAMO. Denunciamo e combattiamo queste farse che, oltre a presentare una serie di liste senza alcun reale segno di discontinuità politica tra loro, non fanno altro che annullare ogni partecipazione di massa alla vita politica della nostra facoltà che ci uniforma al “pensiero unico” del rappresentante di turno che ci viene a raccontare storie per accaparrarsi ancora i nostri voti e restare lì fermo dov’è da anni.

 

Non fermarti al volantino elettorale. Partecipiamo, lottiamo, riprendiamoci l’istruzione PUBBLICA!

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Niente rissa tra “studenti e lavoratori”, ma aggressione di fascio-camorristi e cariche della polizia!

Un centinaio di studenti e ricercatori napoletani dei collettivi erano in presidio sotto la Prefettura in piazza Plebiscito nato spontaneamente stamani per contestare la “passerella” del neo-ministro dell’istruzione Carrozza e per protestare per le violente cariche di ieri della polizia dentro l’Università Statale di Milano, fatto avvenuto in seguito allo sgombero della biblioteca autogestita “Ex-Cuem”. Un fatto senza precedenti da molti anni (un “esempio” delle intenzioni del nuovo ministro dell’Interno Alfano nella gestione delle rivendicazioni degli studenti e dei lavoratori!!).

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In piazza in mezzo a una trentina di ex dipendenti dei consorzi di Bacino, si sono aggiunti, all’isaputa degli studenti, alcuni nazifascisti e soprattutto Salvatore Lezzi, noto fascista, tra i fondatori a Napoli della formazione nazifascista Forza Nuova, a processo nel 2003 per aver chiesto tangenti ai disoccupati delle cooperative in combutta con camorristi. Questi hanno effettuato provocazioni, saluti romani e lanciato un casco contro i manifestanti. A quel punto la tensione è salita e la polizia ha violentemente caricato una prima volta gli studenti che manifestavano ferendo un ragazzo a manganellate, poi una seconda ferendo e fermando alcuni studenti e dottorandi. Ora sono stati tutti rilasciati ma non prima di aver subito nei locali della Prefettura intimidazioni fisiche e verbali e finanche danneggiamenti agli effetti personali da parte delle forze dell’ordine.
Polizia e fascisti erano evidentemente schierati insieme, nel tentativo di aggredire e disperdere il presidio degli studenti.
Denunciamo e smentiamo con forza qualunque ricostruzione della giornata (già fatta da alcuni giornali, tipo Repubblica) che si sia trattata di una “rissa tra lavoratori e studenti”. Diversi lavoratori hanno infatti, in seguito alla duplice aggressione di fascisti e polizia, dimostrato apertamente la loro solidarietà agli studenti dichiarando la loro estraneità a quei personaggi.
Questi figuri dell’estrema destra campana non sono nuovi a queste dinamiche, così come le forze dell’ordine di questa città. Già si sono viste all’opera ad esempio il 10 ottobre 2011 a via Marina di fronte a uno dei palazzi dell’università, avvenimento per cui si terrà lunedì prossimo un presidio di solidarietà in occasione della prima udienza contro 10 antifascisti.

Reti studentesche napoletane

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La BRAU riapre: la lotta paga!

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La vicenda Brau è giunta finalmente ad una svolta positiva: il rettore della Federico II ha emanato un decreto con il quale sancisce la riapertura dal 30 aprile del piano terra della Biblioteca Brau e dal 15 maggio la riapertura dell’intera biblioteca con orario prolungato fino alle 19!

La notizia arriva dopo mesi e mesi di mobilitazione, di lotte, presidi e visite fatte al rettore stesso e culminati oggi con l’occupazione della biblioteca della Federico II dopo che è stata decretata la chiusura fino al 4 giugno con l’assurda quanto discutibile motivazione di “volumi scomparsi”. Anche queste di dubbia veridicità.

Evidentemente il rettore e l’amministrazione dell’ateneo non hanno potuto più chiudere gli occhi davanti alle richieste ed esigenze degli studenti, davanti alle decine e decine di persone che stamattina hanno occupato e popolato la biblioteca e che hanno partecipato all’assemblea e ai vari incontri con i dirigenti della biblioteca.

Questa prima vittoria, però, non ci fermerà: continueremo ad essere presenti in biblioteca, a vigilare sulla situazione della stessa, che la dirigenza dell’università rispetti quanto detto oggi e che non venga più leso il diritto allo studio di nessuno. Per oggi ci possiamo accontentare ma non ci basta e non ci fermeremo qui. Solo la lotta paga!

I diritti si conquistano!

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Occupata la biblioteca Brau. Difendiamo il diritto allo studio!

brau occupata

Oggi come Brau in Agitazione abbiamo deciso di forzare la “serrata” imposta dalla direttrice e dal rettore e di entrare all’interno della Brau.

Riteniamo gravissima la risposta delle istituzioni alla mobilitazione degli studenti, che va avanti ormai da 4 mesi, di fronte all’ennesimo attacco al diritto allo studio, e segno della totale mancanza di volontà di interlocuzione nei confronti delle nostre legittime richieste. Infatti in seguito alla decisione di estendere l’occupazione fino alle 19 ad un ulteriore piano, per permettere ai numerosi studenti di trovare posto a sedere, la risposta della biblioteca è stata quella di chiudere fino a data da destinarsi la biblioteca con una motivazione, scomparsa di “Numerosi” volumi, tanto banale quanto fallace, mostrando così indifferenza ed ostilità nei confronti delle esigenze dei soggetti, gli studenti, i cui interessi, a conti fatti, dovrebbe andare a tutelare.

La repressione nei confronti degli studenti che lottano contro gli effetti di anni di politiche il cui unico fine è l’annullamento del diritto allo studio non ci fermerà né spaventerà! Chiediamo che la Brau venga immediatamente riaperta all’utenza, e che il rettore e la dirigenza della Brau vengano pubblicamente a dare spiegazioni agli studenti riguardo sia alle loro ultime decisioni, sia riguardo alle loro intenzioni di risoluzione di questa vertenza che va ormai avanti da 4 mesi.

Contro la serrata, la Brau resiste!

Brau in Agitazione

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TUTTI DAL RETTORE PER LE NOSTRE BORSE DI STUDIO!

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E’ ormai passato qualche mese da quando abbiamo iniziato, ancora una volta questa campagna di resistenza in difesa del diritto allo studio contro quelle istituzioni che  per prime dovrebbero impegnarsi a garantirlo. L’aumento del 126% della tassa regionale e il taglio del 92% del fondo integrativo nazionale sono solo gli ultimi interventi contro i quali ci stiamo mobilitando. Il tutto avviene mentre la congiuntura economica mostra le contraddizioni di un sistema che fatalmente porta ad un’irresponsabile annientamento del welfare da una parte e dell’effettività dei diritti dei cittadini dall’altra. Pertanto, lanciamo un appello: se anche tu sei un idoneo-beneficiario della borsa di studio, un idoneo non beneficiario o semplicemente sei solidale con coloro il cui diritto allo studio è a rischio, vieni con noi;

MARTEDI ALLE 10.30 ci siamo dati appuntamento DAVANTI ALLA SEDE CENTRALE DELLA FEDERICO II (CORSO UMBERTO I)

per andare a parlare con il Rettore della gravità del problema ed a chiedergli di assumersi la propria responsabilità politica. Vogliamo prendere visione dei bilanci dell’ A.di.s.u. per poter comprendere il reale motivo della mancata erogazione delle borse di studio.

I diritti prima si conquistano e poi si difendono, non indignarti, non delegare, LOTTA.

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Cineforum “L’egemonia culturale dal fascismo al secondo dopoguerra”

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Come il dominio culturale da parte di una determinata classe si manifesta nelle diverse epoche storiche?
Cercheremo di analizzarne le varie manifestazioni, con proiezione di film e dibattito.
In particolare ci soffermeremo sulle pratiche repressive del regime fascista e sull’imposizione di valori massificati (machismo, sessismo, omofobia) nel tentativo di soffocare tutte le diversità. Sarà, inoltre, interessante cogliere la trasformazione dei pregiudizi che permangono nell’Italia del boom economico.

Il ciclo di cineforum prevede la proiezione di tre film:

– Martedì 23 aprile
“IL CONFORMISTA” di Bernardo Bertolucci.

Trama: Roma, 1938. Marcello Clerici, docente di filosofia, che vive con la convinzione di aver ucciso l’autista che voleva abusare di lui quando aveva 13 anni, è promesso a Giulia, ragazza di media borghesia, completamente diversa da lui. Dopo aver abbandonato il cattolicesimo, si avvicina alla polizia segreta fascista, la quale gli affida una delicata missione: uccidere il professore Luca Quadri, suo vecchio insegnante di filosofia e dissidente politico rifugiatosi in Francia. Approfittando del viaggio di nozze con Giulia, Marcello arriva a Parigi, sotto la costante sorveglianza dell’agente Manganiello, e si mette in contatto con Quadri il quale l’invita a casa sua. Qui si invaghisce di Anna, moglie del professore, e le propone di fuggire insieme, ma lei, pur non rifiutando la sua corte, sembra essersi invaghita di Giulia. In seguito Clerici e Manganiello giungono sul luogo scelto per l’agguato a Quadri, nel quale muore anche Anna, che ha deciso all’ultimo momento di accompagnare il marito nel viaggio. La notte del 25 luglio 1943, alla caduta del fascismo, Marcello esce in strada e incontra l’uomo che aveva tentato di violentarlo e che credeva di aver ucciso. A quel punto si rende conto che l’episodio che l’aveva segnato e a causa del quale aveva cercato per tutta la vita di conformarsi agli altri, in realtà non era mai avvenuto.

– Giovedi 9 maggio
“UNA GIORNATA PARTICOLARE” di Ettore Scola.

Trama: E’ il 6 maggio 1938 e la Roma fascista è accorsa sulle strade per festeggiare Hitler, venuto in visita a Mussolini. In un caseggiato popolare Antonietta, moglie di una fanatica “camicia nera”, madre di sei figli e lei stessa fascista convinta – ha un album colmo di foto e”detti” del Duce – incontra, inseguendo un pappagallo fuggito dalla gabbia, un suo vicino, Gabriele, ex annunciatore radiofonico cacciato dal servizio con l’accusa di essere un “sovversivo”, ma, in realtà, perché omosessuale. Sulle prime, messa in allarme dalle chiacchiere di una malevola portinaia, Antonietta diffida di lui, che si è autoinvitato a prendere un caffé in casa sua. Poi, la comprensione ha il sopravvento; l’uomo e la donna si confidano reciprocamente le loro pene e hanno un breve incontro d’amore. La sera sarà tutto finito: Antonietta tornerà ad essere la schiava del marito, Gabriele verrà prelevato da due poliziotti e inviato al confino.

– Martedì 14 maggio.
“COMIZI D’AMORE” di Pier Paolo Pasolini.

E’ un film inchiesta, composto da interviste girate in tutta Italia. Il regista interroga centinaia di persone,anche di ceti diversi, su argomenti considerati tabù, quali il significato del sesso, lo scandalo, il rapporto tra sesso e società, il matrimonio, il divorzio, la prostituzione. Le risposte sono accompagnate dagli interventi di Cesare Musatti e di Alberto Moravia.

 

Facoltà di Giurisprudenza, via Porta di Massa, AULA 32. ORE 15.
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NO ALL’ESTRADIZIONE DI LANDER. LANDER LIBERO!

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Oggi, 16 aprile, in occasione del giorno della decisione della Cassazione in merito all’estradizione di Lander, abbiamo manifestato la nostra solidarietà e vicinanza a quest’ultimo mediante affissione di uno striscione in facoltà.

Lander Fernandez Arrinda è un attivista dei movimenti politici baschi, arrestato il 13 giugno 2012 dalla polizia italiana in esecuzione di un mandato di arresto emanato dalle autorità spagnole. L’accusa mossa nei suoi confronti è un incendio di un autobus, vuoto e in sosta, a Bilbao, in occasione di una manifestazione politica.

L’8 gennaio scorso la Corte d’Appello di Roma si è espressa a favore dell’Estradizione di Lander, e proprio oggi dovrà decidere, come anticipavamo, la Corte di Cassazione.

Ci sono 3 buoni motivi per dire no all’estradizione di Lander:

Le accuse contro Lander sono false, basate su alcune dichiarazioni estorte da Aingeru Cardano, suo conoscente, sotto tortura, nel periodo di “incomunication” seguito all’arresto (Istituto previsto dalla legislazione spagnola, più volte denunciato dagli organismi internazionali). E proprio il caso di Aingeru Cardano è stato oggetto di attenzione da parte dell’ONU, documentato nell’informatica del 30 marzo 2005 alla Commissione sui diritti umani delle Nazioni Unite, in cui si denunciano appunto le torture subite dal giovane.

Il fatto addebitato a Fernandez risale al febbraio 2002, e il reato sarebbe prescritto secondo il nostro ordinamento. In base alla normativa internazionale non è consentita l’estradizione per reati prescritti.

Vi sono fondate ragioni, infine, per temere che Lander sia sottoposto, una volta estradato, a trattamenti disumani. Questi rappresenta una causa ostativa all’estradizione, prevista del nostro stesso ordinamento. L’art. 698 cpp sancisce infatti, “Non può essere concessa l’estradizione quando vi è ragione di ritenere che l’imputato o il condannato verrà sottoposto a […] trattamenti crudeli, disumani o degradanti”. A cui va senz’altro aggiunta un ulteriore norma, prevista dalla nostra carta fondamentale, che prevede un divieto tassativo di estradizione dello straniero per reati politici, l’art 10, ultimo comma, della Costituzione.

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No all’estradizione di Lander!

Lander libero!

 

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11/4: occupato il rettorato della Federico II. Caccia ai BORSEggiatori DI diritto allo STUDIO!

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Stamattina siamo andati a “fare visita” al rettore della Federico II per denunciare l’insostenibile situazione nella quale sono costretti a vivere gli studenti di uno degli atenei più importanti e popolati dell’Italia meridionale.Situazione secondo cui al fortissimo aumento delle tasse (ultimo l’aumento del 126% della tassa regionale, tot 140€), corrisponde l’assenza di borse di studio, mense, alloggi e con cui anche il rettore deve fare i conti!

Dopo un primo passaggio in cui sono stati occupati gli uffici della direzione dell’A.Di.S.U., a fronte della mancata consegna dei bilanci completi dell’azienda richiesti dagli studenti – atteggiamento che conferma la dubbia trasparenza della gestione dei fondi- abbiamo deciso di fare appello direttamente al rettore dell’università perché prenda posizione in merito, rispondendo innanzitutto del suo ruolo istituzionale di garante della qualità dei servizi dell’ateneo che non può prescindere dalla rimozione di tutti gli ostacoli di ordine economico e sociale (art 3 cost) che di fatto limitano l’uguaglianza degli studenti nell’accesso all’università.

Il rettore si è mostrato colpevolmente non aggiornato sulla questione e questo appuntamento è stato solo uno delle tappe per fare pressione su A.di.s.u e università per riprenderci ciò che ci spetta!

Continua l’indagine che stiamo portando avanti da tre mesi e che rievoca inevitabilmente percorsi di lotta quantomai attuali, che negli ultimi anni si sono costruiti sulle macerie dell’università pubblica attaccata da politiche strettamente funzionali alla volontà di chi fa fronte comune nel garantire l’unica direzione possibile dell’odiosa selezione classista.

Tutto ciò sta segnando il tramonto di un ormai fantomatico “diritto allo studio” il quale allude ad un’ istruzione universalmente fruibile, ma che si attua, in realtà, in un sapere svenduto, dequalificato e limitato solo a chi può permetterselo:
 se da un lato le tasse universitarie aumentano, dall’altro ci troviamo di fronte ad una drastica riduzione-se non all’assenza  dei servizi che dovrebbero naturalmente spettare agli studenti (borse di studio, alloggi, mense, sussidi per i libri di testo, spazi culturali).

Di fronte alla denuncia di questa situazione insostenibile, la risposta del direttore dell’A.Di.S.U., l’azienda che dovrebbe garantire i servizi minimi agli studenti, è stata la mancanza di fondi, millantando un’ottimizzazione dei servizi rispetto alle precedenti gestioni. Tuttavia spulciando tra le voci pubbliche di bilancio dell’azienda, è emerso che negli anni si è passati ad un controverso processo di esternalizzazione di servizi attraverso assegnazioni per cottimi fiduciari e spese onerose per consulenze esterne: veniamo a sapere, ad esempio, che sono stati spesi nel 2012 10.000 euro per il “supporto alla sicurezza informatica e aziendale”, 29.865 euro per il “servizio di supporto legale alle attività del responsabile”. Questa pratica degli appalti esterni s’inquadra, all’apparenza  in politiche di contenimento dei costi e ricerca di efficienza, ma si palesa sotto tutt’altro profilo: uno strumento che incide negativamente sui lavoratori, utile a ridurre l’area contrattuale, a legittimare gli sprechi e quindi a giustificare il trasferimento di fondi che potrebbero altrimenti essere impiegati per quelle provvidenze di cui l’A.Di.S.U. si dichiara garante.
Per queste motivazioni risulta chiara la nostra volontà a sostenere anche le richieste dei lavoratori, costruendo un percorso comune e condivisibile tra soggetti paritari, che possa trarre forza da rivendicazioni che si muovono in parallelo.

Inoltre, uno degli ultimi colpi di coda del governo in prescrizione è stato quello di sbloccare 40 miliardi di euro da destinare alle imprese in credito con lo Stato. Non dovrebbe essere automatico, allora, che un primo passaggio sia quelli di destinare parte di questi fondi all’A.di.s.u. che essendo un’azienda rientra nei parametri necessari a riceverli?

Contemporaneamente cogliamo l’occasione per segnalare che il “governo dei professori” ha approvato nella persona del ministro Profumo, un taglio del 92% del fondo stabilito per le borse di studio a partire dal 2014.

I diritti non si meritano, si conquistano!

 

Collettivo Giurisprudenza Indipendente – CDUP Ingegneria – Collettivo Autorganizzato Universitario

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Esposti striscioni verso giovedì 11. A.di.s.u.: BORSEggiatori DI STUDIO!

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Stamattina dalle varie facoltà della Federico II sono stati esposti striscioni per denunciare il forte disagio che gli studenti stanno subendo a fronte di una drastica riduzione del numero di borse di studio erogate.

E’ ormai sotto gli occhi di tutti quanto, per la maggior parte degli studenti, il diritto allo studio – che almeno in linea teorica dovrebbe essergli garantito – sia realmente un qualcosa di sconosciuto, un diritto-fantoccio….

Come dargli torto, del resto! A fronte di tasse che continuano ad aumentare, i servizi vengono esternalizzati, mense e alloggi studenteschi assenti, biblioteche chiuse, e di borse di studio non se ne scorge neppure l’ombra, visto che i paladini dei diritti degli studenti hanno tirato fuori dal cappello la dicitura assurda dello studente “idoneo non beneficiario” !

Una situazione gravissima che, se in parte dipende dalle politiche nazionali, in parte deriva però anche da una gestione dei fondi che la Regione dovrebbe stanziare per l’A.di.s.u., l’azienda per il diritto allo studio universitario, che risulta per niente chiara e trasparente: dirigenti strapagati (il direttore amministrativo, Pagliarulo, ha percepito nel 2011 uno stipendio di 111.540 euro!), centinaia di migliaia di euro per consulenze esterne e assegnazioni a cottimi fiduciari che hanno avuto l’effetto, oltretutto, di dimezzare il personale dipendente dell’azienda, senza garanzia di continuità retributiva e in balia della dirigenza aziendale. Insomma, una sistematica e meticolosa operazione di esternalizzazione dei servizi (non) offerti che ha fatto sì che fondi che potevano essere destinati concretamente a borse di studio venissero utilizzati per altro.

Per tutti questi motivi, più volte siamo andati a richiedere spiegazioni e la possibilità di rendere i bilanci aziendali pubblici all’A.di.s.u. Le uniche risposte che ci sono state date dalla dirigenza parlavano di presunte ottimizzazioni dei costi della gestione aziendale rispetto all’amministrazione precedente, di sprechi eliminati, di notevoli risultati raggiunti. Non si capisce in base a quali criteri però si è valutato il miglioramento effettivo del lavoro dell’azienda di tutela del diritto allo studio, viste le migliaia di studenti esclusi da ogni beneficio o servizio minimo…

Abbiamo deciso, perciò, di fare pressione anche sugli organi universitari affinchè prendano posizione sulla questione e ci permettano di prendere finalmente visione dei bilanci completi dell’A.di.s.u. L’appuntamento è per giovedì 11 aprile, alle ore 10, alla sede centrale della Federico II!
Andiamo tutti insieme al rettorato!
I diritti non si meritano, si conquistano!

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Collettivo Giurisprudenza Indipendente – Collettivo Autorganizzato Universitario

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Occupata A.DI.S.U. Federico II. Dove sono finiti i soldi delle borse di studio?

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Ieri siamo andati alla sede centrale dell’A.DI.S.U dove, dopo qualche minuto di attesa, siamo riusciti a parlare con il direttore amministrativo Pagliarulo, che, già dalle prime domande che gli sono state poste, ha risposto in maniera evasiva, propinandoci dati su dati, tecnicismi e una marea di procedure burocratiche. Alle domande più provocatorie e alla richiesta di spiegazioni sulla mancanza di borse di studio e di servizi per gli studenti (mense,alloggi e prestiti librari), Pagliarulo continuava a “lavarsene le mani”, dando talvolta la colpa alla Regione Campania o al Comune di Napoli e talvolta alla vecchia amministrazione, che a suo dire avrebbe sperperato più di 300 mila euro,mentre lui sarebbe riuscito a recuperare più di 200 mila euro di sprechi in poco tempo.
Dopo le ennesime colpe scaricate sulla Regione, gli è stato fatto notate come lui, non solo sia un dirigente delle Regione, ma sia stato messo lì perchè voluto dalla stessa e che ciò avrebbe dovuto velocizzare i rapporti e le comunicazioni tra A.DI.S.U e Regione, mentre lui, dal suo canto, continuava a raccontarci come fosse stato messo lì (quasi per caso) e sottolineava di aver mandato molte lettere alla Regione per evidenziare i problemi che l’A.DI.S.U si trova ad affrontare, ma di non aver ancora ricevuto risposta o di aver ricevuto solo risposte aleatorie. Il direttore si è vantato di un’ottimizzazione del lavoro aziendale, rispetto alla gestione Pasquino, ma quali sono le ragioni che lo spingono ad affermare ciò, se un’azienda che ha lo scopo di tutelare il diritto alla studio, non offre agli studenti alloggi, prestiti librari e mense accessibili, nonostante un aumento del 126 % della tassa regionale? Obiettivo dell’agenzia sembra essere quello di esternalizzare i vari servizi, di aumentare le consulenze esterne su questione di cui potrebbero occuparsi anche i dipendenti interni dell’A.DI.SU, dipendenti passati in pochi anni da 500 a 94, che si sono trovati nella maggioranza dei casi a svolgere ruoli diversi da quelli per cui erano stati assunti e che hanno svolto solo 3 ore(un’ora per tre giorni) di corsi di formazione.Alla fine della discussione, abbiamo chiesto di poterci dare i bilanci del 2013; Pagliarulo ci ha negato questa possibilità, dicendo che gli unici a poterli richiedere sono i membri di associazioni riconosciute; a quel punto abbiamo occupato un ufficio della direzione, fino al ritorno del direttore che, messo sotto pressione, ci ha consegnato una parte dei bilanci destinati alla consultazione.

Siamo stufi di ascoltare amministratori,che dinnanzi alla negazione del diritto allo studio,agli sprechi e sperperi,continuano a difendere il loro operato,a vantarsi di quello che si è fatto, ad incolpare altri.
Vogliamo quello che ci spetta, rivendichiamo i nostri diritti!
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