Stamattina siamo andati a “fare visita” al rettore della Federico II per denunciare l’insostenibile situazione nella quale sono costretti a vivere gli studenti di uno degli atenei più importanti e popolati dell’Italia meridionale.Situazione secondo cui al fortissimo aumento delle tasse (ultimo l’aumento del 126% della tassa regionale, tot 140€), corrisponde l’assenza di borse di studio, mense, alloggi e con cui anche il rettore deve fare i conti!
Dopo un primo passaggio in cui sono stati occupati gli uffici della direzione dell’A.Di.S.U., a fronte della mancata consegna dei bilanci completi dell’azienda richiesti dagli studenti – atteggiamento che conferma la dubbia trasparenza della gestione dei fondi- abbiamo deciso di fare appello direttamente al rettore dell’università perché prenda posizione in merito, rispondendo innanzitutto del suo ruolo istituzionale di garante della qualità dei servizi dell’ateneo che non può prescindere dalla rimozione di tutti gli ostacoli di ordine economico e sociale (art 3 cost) che di fatto limitano l’uguaglianza degli studenti nell’accesso all’università.
Il rettore si è mostrato colpevolmente non aggiornato sulla questione e questo appuntamento è stato solo uno delle tappe per fare pressione su A.di.s.u e università per riprenderci ciò che ci spetta!
Continua l’indagine che stiamo portando avanti da tre mesi e che rievoca inevitabilmente percorsi di lotta quantomai attuali, che negli ultimi anni si sono costruiti sulle macerie dell’università pubblica attaccata da politiche strettamente funzionali alla volontà di chi fa fronte comune nel garantire l’unica direzione possibile dell’odiosa selezione classista.
Tutto ciò sta segnando il tramonto di un ormai fantomatico “diritto allo studio” il quale allude ad un’ istruzione universalmente fruibile, ma che si attua, in realtà, in un sapere svenduto, dequalificato e limitato solo a chi può permetterselo: se da un lato le tasse universitarie aumentano, dall’altro ci troviamo di fronte ad una drastica riduzione-se non all’assenza dei servizi che dovrebbero naturalmente spettare agli studenti (borse di studio, alloggi, mense, sussidi per i libri di testo, spazi culturali).
Di fronte alla denuncia di questa situazione insostenibile, la risposta del direttore dell’A.Di.S.U., l’azienda che dovrebbe garantire i servizi minimi agli studenti, è stata la mancanza di fondi, millantando un’ottimizzazione dei servizi rispetto alle precedenti gestioni. Tuttavia spulciando tra le voci pubbliche di bilancio dell’azienda, è emerso che negli anni si è passati ad un controverso processo di esternalizzazione di servizi attraverso assegnazioni per cottimi fiduciari e spese onerose per consulenze esterne: veniamo a sapere, ad esempio, che sono stati spesi nel 2012 10.000 euro per il “supporto alla sicurezza informatica e aziendale”, 29.865 euro per il “servizio di supporto legale alle attività del responsabile”. Questa pratica degli appalti esterni s’inquadra, all’apparenza in politiche di contenimento dei costi e ricerca di efficienza, ma si palesa sotto tutt’altro profilo: uno strumento che incide negativamente sui lavoratori, utile a ridurre l’area contrattuale, a legittimare gli sprechi e quindi a giustificare il trasferimento di fondi che potrebbero altrimenti essere impiegati per quelle provvidenze di cui l’A.Di.S.U. si dichiara garante.
Per queste motivazioni risulta chiara la nostra volontà a sostenere anche le richieste dei lavoratori, costruendo un percorso comune e condivisibile tra soggetti paritari, che possa trarre forza da rivendicazioni che si muovono in parallelo.
Inoltre, uno degli ultimi colpi di coda del governo in prescrizione è stato quello di sbloccare 40 miliardi di euro da destinare alle imprese in credito con lo Stato. Non dovrebbe essere automatico, allora, che un primo passaggio sia quelli di destinare parte di questi fondi all’A.di.s.u. che essendo un’azienda rientra nei parametri necessari a riceverli?
Contemporaneamente cogliamo l’occasione per segnalare che il “governo dei professori” ha approvato nella persona del ministro Profumo, un taglio del 92% del fondo stabilito per le borse di studio a partire dal 2014.
I diritti non si meritano, si conquistano!
Collettivo Giurisprudenza Indipendente – CDUP Ingegneria – Collettivo Autorganizzato Universitario