È COS’ E NIENTE

chi ha inquinato deve pagare

La terra che gli antichi Romani chiamavano Campania Felix (“prosperosa”, perché molto fertile) nel 2004 viene definita da Alfredo Mazza “Triangolo della morte”.  Il ricercatore del CNR di Pisa si riferiva alla zona tra Nola, Acerra e Marigliano in cui, a causa dello sversamento illegale di rifiuti tossici,  l’indice di mortalità (numero di morti l’anno per ogni 100 000 abitanti) per tumore al fegato sfiorava il 38.4 per gli uomini e il 20.8 per le donne, dove la media nazionale era del 14.

Nel 2006 Saviano parla di “terra dei fuochi” in riferimento ai roghi appiccati per eliminare copertoni. Il vento proveniente dal mare ne porta i fumi  nei centri abitati. Questi roghi sono diventati più frequenti durante la crisi dei rifiuti in Campania del 20072008, quando potevano essere confusi tra quelli dei cumuli di immondizia.
Dall’incendio dei rifiuti deriva la produzione di scorie altamente tossiche, tra cui la diossina: oltre a respirarle, vengono assorbite dai terreni coltivati, per azione delle piogge.
Nel 2007 uno studio dell’OMS evidenzia che la mortalità per tumore è aumentata del 21%  nei comuni della provincia di Caserta e del 45% nei comuni della provincia di Napoli. Riscontra inoltre eccessi di malformazioni congenite.

Nel 2008 il boss Vassallo confessa che per 20 ANNI  sono stati sversati sistematicamente in Campania rifiuti tossici, la maggior parte dei quali provenienti dal nord Italia. Le testimonianze sono state confermate dal fatto che nelle campagne campane e nel sangue di alcuni abitanti sono state misurate alte concentrazioni di PCB (policlorobifenili), prodotti da industrie chimiche assenti in regione.

Il pentito Carmine Schiavone racconta che sono stati scaricati camion di fusti tossici sotto cave di sabbia, che hanno raggiunto le falde acquifere, nel tratto che va da Baia Domizia a Pozzuoli.  Sono stati interrati da Castel Volturno al basso Lazio rifiuti contenuti in cassette di piombo che negli anni si sono aperte. Contenevano scarti di pittura, farmaceutici, chimici, ospedalieri e poi fanghi termonucleari provenienti da ditte di Pisa, Milano, Verona, Porto Marghera, ma anche da Germania, Austria, Francia. Ma, pur ammettendo i danni provocati dalla camorra alle terre e alla popolazione campana, in un’intervista afferma:
Il magistrato, il ministro, il poliziotto, il carabiniere venduti sono più responsabili di me; perché hanno permesso questo!” e ancora: “Si potrebbe anche distruggere la mafia, ma non distruggeranno mai niente perché ci stanno forti interessi a livello economico ed elettorale! Noi spostavamo 70-80.000 voti e significava la differenza tra un partito ed un altro”.
Solo oggi, dopo 16 anni, è stato rimosso il segreto di stato apposto alle sue dichiarazioni del 1997.

A settembre di quest’anno, grazie alle rivelazioni di un collaboratore di giustizia che ha svolto attività di scavo per conto dei Casalesi, sono stati ritrovati fusti con fanghi industriali, in un terreno a Casal di Principe, pari al contenuto di 20 camion. I rifiuti sarebbero stati nascosti nella zona agli inizi degli anni novanta.

In un servizio de Le Iene il parroco di Caivano Don Maurizio Patriciello fa notare, nelle piazzole di sosta della tangenziale, lastre di amianto e altri materiali, coperti solo da cellofan per metterli in sicurezza, ma già corroso dalle sostanze da esse sprigionate. Poi, indicando tra le campagne, commenta con amarezza:
Le piccole montagne nere che si vedono non sono che residui di tonnellate di rifiuti speciali bruciati e accanto ad esse, campi coltivati”.

L’amianto sbriciolato se respirato, può provocare il mesotelioma, anche dopo anni dall’inalazione. Sono state fatte denunce, ma non è servito a niente: tanti i bambini morti di tumore. Il parroco parla di un “POPOLO CONDANNATO A MORTE” aggiungendo che è un problema nazionale ed anche gli stessi figli dei camorristi ne sono potenziali vittime!

Da alcune discariche esce del fumo, non per le fiamme, ma a causa di reazioni chimiche che si sviluppano da anni tra tonnellate di rifiuti tossici. Vi sono terreni interdetti alla coltivazione perché situati accanto a discariche che continuano a dare frutti che sistematicamente vengono messi in commercio; pozzi da cui non si dovrebbe attingere acqua, perché inquinati dalle sostanze tossiche, che continuano ad essere utilizzati per irrigare i campi. Qui i contadini  coltivano pomodori che vendono a soli 8 centesimi al kilo alle più grosse industrie di tutta Europa ed altre verdure ad una nota marca di surgelati di cui Le Iene oscura il nome. Un agricoltore dice che non solo frutta e verdura, ma anche la carne è avvelenata! Addirittra PCB di un’industria di Brescia è stato usato come CONCIME nelle campagne di Acerra, Caivano e zone limitrofe.

Un medico dell’Istituto Tumori Napoli Fondazione Pascale racconta che negli ultimi 20 anni si è registrato un aumento del 100% di tumore a polmone e fegato in provincia di Napoli e Caserta e un generale aumento dei tumori alla vescica e di linfomi non Hodgkin.

Il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, afferma che serviranno 80 anni per bonificare i territori dell’area Nord di Napoli: “Per l’inquinamento dell’area la bonifica non sarà completa prima del 2050 e, per quanto riguarda il percolato, dovremmo aspettare fino al 2080.”

Di fronte a tutto ciò non possiamo restare a guardare, facciamoci sentire, gridiamo che vogliamo vivere!

Chi ha inquinato le nostre terre per fare profitti deve pagare!

Il 16 novembre alle 14.30 a Piazza Mancini: stop biocidio!

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